Benefit
Jefferson Murray è morto!
Che tragedia per l'umanità.
Peccato che l'umanità non se ne sia accorta.
Ma chi era Jefferson Murray?
Un funzionario del Nasdaq.
Cattedrale della sua fede: business ed informatica.
L'electronic stock market, dal 1971 il mercato più importante dei titoli delle Società informatiche.
Jeff fa parte del "team" che indirizza gli investitori, ottiene successo e sale le graduatorie come i titoli che consiglia.
Conosce i rappresentanti delle "Big 100" le più importanti Società.
La formichina con la passione, la capacità ed il computer diventa importante.
Dirigente d'alto grado del Nasdaq, è presente alle riunioni più riservate delle Big 100, dove sono prese decisioni strategiche di grande importanza finanziaria.
Jefferson Murray ha il suo tallone d'Achille: investe in proprio.
Un dirigente nella sua posizione non potrebbe, non dovrebbe, ma conosce gli artifici, non lo beccano. Però......perde.
Gioca, il gioco per il gioco, è il suo terreno, lo potrà pur arare!
Epperò perde. Il suo conto è in rosso. Quando apre la schermata sull'indice dei suoi titoli in ribasso avverte un peso allo stomaco che non lo lascia tranquillo.
Consulta un cardiologo ed il verdetto purtroppo conferma le sue preoccupazioni: soffio al cuore che potrebbe rivelarsi fatale nel caso di forti emozioni, non potrà più giocare in proprio.
Ma il destino di J.M. è racchiuso in un floppy disk.
Il 23 di Dicembre, antivigilia di Natale, il Sig. Nicolas della Warned Imploiment Inc., chiese a Jefferson di trasferire il floppy di suo nipote Eugene, contenente gli auguri di Buone Feste per il "team" sulla rete informatica aziendale.
Leggendo le prime righe augurali in modo distratto gli viene di pensare: "Ma che strano, una "pastorale" con numeri e valutazioni tecnico finanziarie, che novità è questa?".
Ma è il bilancio di presentazione per l'entrata in borsa di una nuova Società.
"Gates Carporation". Sconosciuta!
Specializzata in software e computer, ma che innovazioni!
Numeri eccellenti, un bocconcino prelibato per chi è abituato a valutare le nuove Società da quotare in Borsa.
I sensi intorpiditi di Jefferson si risvegliano; nei suoi occhietti da miope si accende una luce sopita.
I signori Nicolas ed Eugene Strowberry gli hanno consegnato un floppy sbagliato! Ma sbagliato per loro, non per lui che intuisce subito la possibilità che gli si offre.
Rapidamente copia tutti i dati che gli serviranno per l'investimento. Il cuore pulsa rapido, le mani tremano, ma deve dominarsi pena la sua prematura dipartita.
La paura che il suo ritardo provochi l'arrivo del signor Nicolas gli attanaglia i sensi ed impiega un sacco di tempo, ma finalmente il lavoro è terminato.
Ora deve riuscire ha scambiare i floppy, quello "sbagliato" con quello "giusto", nella borsa del capo.
Lui sa dove cercare. Si avvia con passo felpato nello studio del signor Nicolas, ridacchia fra sé e sé. Trova subito la valigia di pelle nera, sgrufola all'interno e con difficoltà, fra personal computer, cartelle, astucci, medicinali e giocattoli destinati ai figli del signor Eugene, scambia i due floppy. Richiude tutto.
E' attento, ora è calmo, il cuore batte regolare, lui sa che diverrà ricco e lo diventerà nel modo che più ama: giocando. Senza rischio per la vita, ha visto i numeri, lui sa che sono vincenti; non proverà l'emozione angosciosa delle giocate incerte. Si va sul velluto, finalmente!
Jefferson Murray torna nel suo ufficio e velocemente invia in rete gli auguri.
Auguri Jefferson per il tuo futuro arricchimento, potrai realizzare tutti i tuoi sogni. Ed il cuore riprende a sballare pericolosamente; calma Jef devi fare tutto con calma e professionalità, attuare il piano con freddezza come se si trattasse di altri e non del tuo destino in ballo.
Finito il lavoro da Babbo Natale, torna dal signor Nicolas, rende il floppy, beve un goccio per lo scambio degli auguri, guarda negli occhi il vecchio satrapo.
"Jefferson, cosa le succede? La trovo stranamente eccitato".
Calma e gesso.
" Sono le festività signor Nicolas, ogni anno mi agito al pensiero dell'evento miracoloso della discesa sulla Terra di nostro Signore...sa sono molto religioso."
"Be' si riposi, faccia un bel pieno di tacchino e santità ed auguri".
"Auguri anche a lei ed al signor Eugene."
"Ci rivediamo il sette alla riapertura."
"Buona sera Jeff."
"Buona sera signor Nicolas".
Ormai le scale di marmo sono a portata di piede, ma gli sembrano interminabili.
Il grande portone di quercia si chiude alle sue spalle e davanti gli si spalanca il mondo. Ma non quello che aveva lasciato poche ore prima: un mondo fatato, pieno di luci e suoni, euforicamente vivo nei suoi sogni. Il mondo dei ricchi. Il suo mondo futuro.
"Buon Natale mister Jefferson Murray, per lei la natività avrà un significato molto speciale".
7 Gennaio, mattino presto, J.M. non ha dormito un gran che.
Il pensiero è all'apertura.
Nei lunghi giorni di vacanze natalizie, passate come sempre da solo, fatta eccezione per la notte dell'ultimo giorno dell'anno, allietata da una puttana rimorchiata da Kat's e dalla messa del giorno del Santo Natale, non ha pensato ad altro.
Il 7 Gennaio riapertura della borsa.
Con alcune telefonate fatte il 26, 27, 28, 29, 30 Dicembre e il 2, 3, 4 e 5 Gennaio, presso società di brokeraggio, clienti affezionati, pegno sulla casa ed altro, è riuscito a racimolare una somma ragguardevole. Almeno per lui.
Sarà sufficiente!
Un bel pacco di azioni della "Gates Corporation" società dei signori Nicolas ed Eugene Strowberry, ma che nessuno sa essere loro, una piccola nuova Società della quale solo lui ha visto i numeri e compreso le potenzialità.
Non ha utilizzato i soliti canali per l'acquisto delle azioni, anche se sicuri; si è servito da Fred Liston, una fonte speciale: professionale, sicuro, discreto.
Tutto è pronto.
Apertura.
Jefferson scorre rapidamente il listino, l'occhio attento.......eccolo, è in neretto come tutti gli altri, ma a lui appare fosforescente al neon.
Parte a 2 dollari e 15.
Movimenti pochi.
In tutto quel movimento rapidissimo di centomila titoli con quotazioni che cambiano alla velocità del suono, lui ha occhi solo per il suo piccolo: "Gate Corporation".
Si muove: qualcuno acquista.
Il suo cuore batte rapidamente, le mani irrequiete lavorano alla tastiera del computer, un sudorino freddo gli imperla la fronte.
Calma Jeff, non vorrai abbandonare la partita ora!
E' una giornata fredda e uggiosa non solo fuori dalla finestra, lo è anche per la borsa; movimenti pochi, c'è ancora molta svogliatezza da vacanze mal represse.
Il suo titolo rimane più o meno costante sui 2 dollari.
Le vendite sono però aumentate.
I suoi titoli stanno già affluendo.
Lui sa come opera il suo agente, si fida.
Panino e birra, all'una scende una gelida pioggerella, gli operatori sciamano frettolosamente nelle vie per raggiungere il pub preferito.
Pomeriggio fiacco. Jefferson si appisola: un bel cielo azzurro, le vele colorate all'orizzonte, il sole lo riscalda, una bellissima ragazza dondola la sua amaca, è bella e dolce.
Inaspettatamente lo strattona con violenza, Jeff riapre gli occhi ed invece di quella bellezza tropicale gli appare il volto pallido e scarno di Fred Liston.
"Signor Murray"......."Signor Murray!"
"Va bene....Va bene Fred."
"Missione compiuta, signor Murray, ma guardi c'è movimento!"
Jeff Murray stenta a mettere a fuoco il suo titolo, gli occhi ancora lucidi, la mente altrove; ora lo vede: è a 3,90 ma sta salendo vertiginosamente.
Gli agenti stanno acquistando. Hanno avuto l'imbeccata, ma tardi rispetto alla volpe Murray.
4,20.....5,50......7,25.
Il cuore ricomincia a sballare.
Nel timore di qualcosa di nefasto per la sua salute, Jeff decide di farsi una passeggiata nel parco vicino.
Al posto del cielo azzurro che ricordava, trova sopra la sua testa, il classico grigio piombo della città in inverno ed il freddo pungente acuisce la sua volontà di rituffarsi nel sogno, ma questa volta trasformato in realtà.
"Aspetta Jeff, senza fretta e non devi eccitarti, il futuro ha l'oro in bocca."
Ritrova la sua calma di agente di borsa, del professionista che da topolino sta diventando elefante.
Dopo un bel giro tra aceri ed abeti impietriti dal gelo ed una fermata per un drink in un pub, Murray torna senza fretta, gustando il passo dopo passo, in ufficio.
Le azioni della esordiente "Gates Corporation" arrivate a 9 dollari e 70 cents, sono state bloccate nelle contrattazioni dall'ente di controllo. Nella serata sicuramente predisporrà tutti i controlli. Sarà vigile e severo, ma non troverà nulla e domani sarà un altro giorno d'abbondanza.
Jefferson Murray tira di conto: acquistate 50.000 azioni a 2,35 pari a 117.500 dollari si ritrova nel carniere 50.000 azioni a 9,70 ognuna che fanno $ 485.000; non si può lamentare, si è proposto quota 20 $ per azione per vendere tutto con un realizzo di un milione di dollari.
Lui sa perfettamente che la prima regola è non far "ammuffire" i titoli: "Raggiungi il tuo obiettivo rapidamente e vendi" - "mordi e fuggi". Quante volte ha visto i suoi clienti arricchirsi e perdere tutto nell'ingordigia di realizzare un dollaro in più.
Jeff è vaccinato, è il suo lavoro, domani a quota 20 dollari, venderà. Prossima destinazione Honolulu ed in fretta.
Per sempre!
Solo una preoccupazione: il suo cuore malandato.
Al rientro in ufficio, con il fiato fetido di Fred Liston sotto il suo naso, che gli vomita le ultime a raffica, ha sentito qualcosa di poco piacevole. Un leggero giramento di testa e la morsa del duodeno.
E' riuscito con grande sforzo a dominarsi, ma è stata dura.
Prima di rientrare in taxi preferisce fare una passeggiata. Raggiunge lentamente il grande portale sacro e l'oltrepassa. Domani, forse, lo farà per l'ultima volta ed un po' di romantica nostalgia per quel mondo, per quella fetta importante della sua vita, per la sua prossima "reincarnazione", lo pervade nelle viscere.
Jefferson, sul filo di mille pensieri conditi di sensazioni piacevoli e di voli pindarici, ha camminato per qualche chilometro, sui marciapiedi imperlati di un luminescente strato di ghiaccio, nella gelida notte newyorchese. Soltanto la visione di colori mediterranei interrompe il corso dei suoi stralunanti mentali.
E' la vetrina multicolore di un'agenzia di viaggi. Poster giganteschi raffiguranti scenografie mille volte carezzate nel sogno: palme scosse dai venti monsonici, fondali marini d'un colore indefinibile, spiagge di cipria calpestate da meravigliose ragazze dalla pelle brunita e vestite "alla moda" di Eva, con noce di cocco al posto della mela e senza quell'occhio che dal cielo tuona contro la felicità di Jefferson Murray dopo il "peccato" da lui perpetrato.
Neanche si accorge ed è subito dentro l'agenzia.
Al banco c'è un signore anziano intento a consumare un toast ed a sorbire una coca cola con cannuccia.
Si sorridono, si salutano, l'interruttore scatta immediatamente.
"Vorrei partire domani pomeriggio per le Hawaii, può organizzare tutto lei?"
Dalle rosee labbra carnose incorniciate da un'immacolata barba bianca, s'accende un accattivante sorriso, la fluente chioma di bianchi capelli accenna un ironico si.
La voce dolce, ma imperiosa accompagna teatrali movimenti delle braccia che sembrano indicare tutti quei manifesti, quelle atmosfere da sogno.
"Sono qui da anni, signore e nessun cliente non è mai tornato indietro per lamentarsi della mia organizzazione".
Non c'è un minimo tono di rimprovero nei confronti di Jeff che con quell'interrogativo ha messo in discussione una cosa ritenuta scontata.
Favorito dal bel rapporto umano stabilitosi fra loro e dalla simpatia del vecchietto, l'accordo è trovato e sottoscritto immediatamente: destinazione Felicità.
Jeff saluta e rimanda all'indomani, l'anziano signore sorride e saluta con uno strano levare in aria contemporaneo delle braccia col palmo delle mani rivolto verso il nuovo cliente.
"Che strano tipo" pensa Jefferson Murray, "deve provenire da qualche paese caraibico".
Col taxi chiamato dal negozio, il nostro amico, rientra nel suo appartamento.
Nell'atrio del palazzone dove abita incontra due tecnici della manutenzione ascensore che lo accompagnano al suo piano, il 4° la porta di fronte l'ascensore.
I due lo salutano amabilmente: decisamente il mondo a iniziato a sorridergli.
L'appartamento è gelido, Jeff accende l'impianto, il tutto al buio. Dopo tanti anni si muove con l'abilità di un cieco e la leggerezza di uno scassinatore.
C'è una lettera in terra, vicino alla porta: il solito vizio di Margie, la portiera che ritira direttamente la posta dal portalettere e gliela fa trovare nell'appartamento, che sia un po' innamorata?
Jefferson riconosce dalle iniziali in rilievo sulla busta la provenienza.
Un sorriso sarcastico in bocca.
L'aveva prevista!
"Nicolas & Eugene Strowberry".
E' una convocazione, in termini perentori, per il giorno 10 Gennaio, ore 11, nei loro uffici.
Oggetto: comunicazioni importanti.
Lui sa quali sono le "comunicazioni", i furboni hanno mangiato la foglia, ma quel giorno, a quell'ora, Jeff sarà ormai irreperibile.
E' talmente euforico che, contrariamente alle sue abitudini, decide di farsi un bicchiere.
Sceglie nella sua modesta riserva un Sauvignon californiano, lo mette al fresco e si prepara un sandwich sbocconcellandolo poi con appetito. Il tutto con la massima serenità.
Il cuore batte come un cronometro, si sente sereno come non mai, non ricorda nella sua vita altri momenti come questo.
Si distende nella sua vecchia, comoda poltrona di logora pelle, stappa la bottiglia, versa il bel liquido ambrato nel bicchiere, ne annusa il profumo, ingolla un primo sorsetto: delizioso. Riempie tutto il bicchiere, chiude gli occhi.
Il colpo... secco.... Esplosivo, colpisce direttamente Jeff nell'orecchio.
Il cuore gli esplode dentro la cassa toracica.
Jeff si sente morto!
Si tasta, prova i movimenti più semplici; funzionano.
Piano, piano si calma, cosa succede....Si è addormentato, l'appartamento è al buio, la bottiglia vuota è nel suo grembo.
Fuori si è scatenato un temporale terribile.
Il colpo era un tuono dal cielo. E lui che pensava già di esser morto.
I sensi sono del tutto fuori squadra, il vino.......Il sonno.....la paura.
Si solleva con fatica, prova a ragionare...difficile!
"La luce per prima cosa, deve essere saltato l'interruttore automatico", dovrà scendere al piano terra, il suo è un vecchio stabile e gli interruttori.....
Sbarellando come un barca nel bel mezzo d'un tifone, si avvia verso la porta, anche se ubriaco ritrova la via.
Spinge inutilmente il pulsante della luce delle scale.....è saltato anche quell'interruttore.
Ma la cabina dell'ascensore è proprio di fronte al suo appartamento.......Muove tre passi, tasta con le dita la soglia in marmo.......toh! La porta è già aperta al suo piano......"bene, farò prima"........le sue ultime parole.
Non si è sempre detto di non prendere l'ascensore quando imperversa un temporale?
A maggior ragione quando c'è una manutenzione in atto.
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