Un risveglio improbabile
Venerdì, 8 Aprile .
Le 5 sul quadrante luminescente.
Cinque ore di sonno profondo.
Sguscio fuori dal letto.
La guardo teneramente addormentata.
I tratti del viso sereni.
Sorrido.
Vesto con calma vecchi comodi indumenti.
Muovo al buio passi incerti ma silenziosi.
Mi fermo sulla soglia della sua camera.
Lo guardo scompostamente addormentato.
Il suo quadrante fluorescente anticipa 15 minuti.
Quando suonerà la sveglia vuol'avere il tempo di svegliarsi con calma.
Non ha un buon impatto col risveglio.
E' giovane.
Sorrido.
Va tutto bene.
Percorro il corridoio a tentoni.
Mi guida la luce rossa posta là in fondo oltre la finestra come segnale per gli aerei.
In cucina posso prendere le mie pillole.
Guardo il termometro.
18 gradi dovuti allo scambio termico fra la giornata primaverile e la notte ancora fredda.
Spengo la luce.
Davanti alla porta della sala non resisto.
Ormai per vezzo entro sempre.
Schivo le piante domestiche e vado alla finestra.
Fuori è ancora buio presto albeggerà.
La piazza è silenziosa e vuota.
Sono momenti di pace anche interiore.
Arriva la solita macchina che si ferma con motore e fari accesi davanti la banca.
Chissà chi ci sarà all'interno?
Due teneri amanti in eterno ritardo?
E perché rimangono così tanto?
Discuteranno?
Oppure qualcuno in costante anticipata attesa di qualche altro?
Ecco fa il suo puntuale ingresso nella piazza il rombante mezzo dell'operatore ecologico coi suoi fari ruotanti come astronave aliena.
Una volta lo scopino Maurizio strisciava lo scopone sul selciato.
A ripensarla oggi sembra una cosa estremamente romantica.
Basta cineserie.
Sempre silente ma meno di prima vado al bagno per le abluzioni mattutine.
Ne esco e faccio partire il termostato dell'impianto di riscaldamento.
Ancora ce n'è bisogno.
In cucina sollevo la serranda.
E' ormai giorno anche se alle prime battute.
Il cielo è tutto sereno.
Guardo il monte Subasio.
Il gatto che frequentava il tetto di fronte non c'è più.
Eppure era il momento che lo governavo.
Stranezze gattesche o forse autonomia animale?
Booh!
Chissà?
Apro la finestra e sento che aria tira.
E' frizzante si riscalderà in seguito.
Apparecchio la tavola solo dalla mia parte.
Preparo caffelatte.
Nell'attesa che "venga su" faccio la mia personale ginnastica mattutina.
Flessione sulle gambe ruotazione delle braccia.
Afferro la punta del piede sinistro con la mano destra utilizzando la mano sinistra chiusa a pugno per fare il saluto dei compagni comunisti.
Poi aggancio la punta del piede destro con la mano sinistra utilizzando la mano destra libera per tenderla con la mano a palmo in giù nel saluto dei camerati fascisti.
Piccoli tic mattutini.
Nel fare la prima operazione penso al mio amico Luciano nella seconda l'immagine è del mio amico Massimo.
E' comunque una dimostrazione d'affetto nei loro confronti.
Qualcuno li pensa.
Consumo la colazione in un religioso silenzio.
Quando mai nella giornata ti succederà?
Me la gusto lavorando sui pensieri che mi frullano al momento in testa.
Ripulisco e ripongo le cose in ordine.
Preparo per chi mi seguirà.
S'avvicina uno dei momenti più appaganti della giornata.
La prima sigaretta.
Nessun'altra avrà il sapore di questa.
Prendo la Duhnill Light dal pacchetto non prima d'aver tirato un'annusata al profumo che da esso emana.
Agguanto lo zippo regalatomi da mio figlio.
Lo uso nei momenti speciali.
Mi abbandono nella poltrona della sala.
Le gambe rilassate sulla sedia.
Scricco la ruotina e la lunga fiamma gialla m'illumina.
La punta del cilindretto avvampa ed il nettare arriva in una lunga infinita prima tirata.
Se non è droga questa!!!
In questi rari momenti mi sento ispirato.
I ricordi i rimpianti le idee gli affetti i proponimenti.
Tutto scorre nella mia testa come la pellicola nella sala cinematografica.
Emozioni e stupore.
Vitalità e spirito.
Rapidamente per non perdere il filo vado al computer.
Accendo l'interruttore.
Attendo impaziente che s'illumini lo schermo.
Con le mani alla tastiera inizio........ma
questo avveniva tanti anni fa, quand'ero ancora in vita.
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